Dall’esperienza maturata dalla Cooperativa Si Può Fare e dalla Cooperativa Il Sicomoro in un decennio di progettazione e gestione di servizi in favore dei richiedenti protezione
internazionale, discende la convinzione in merito alla necessità indeclinabile di realizzare iniziative di informazione pubblica sui temi connessi alle migrazioni.
Tale necessaria informazione risponde a due obiettivi fondamentali: da un lato creare una conoscenza diretta di esperienze umane forti e complesse, spesso intrise di tabù e stereotipi che impediscono una loro reale comprensione. Dall’altro, l’informazione deve essere stimolo per creare occasioni di sviluppo di relazioni interculturali e di dialogo tra la comunità locale e i cittadini immigrati, quale passo fondamentale di contrasto verso atteggiamenti xenofobi e razzisti.
In questa prospettiva l’informazione sulla questione immigrazione, appare satura e necessita la promozione di nuovi punti di vista e prospettive, per suscitare un’adeguata curiosità verso il tema e i suoi protagonisti.
Il progetto “SGUARDI FAMILIARI – Prospettive e confronti tra cultura e famiglie” creato in collaborazione con Il Club dei Genitori e curato da Gisella Congia e Laura Farneti , ha proposto l’avvio di un processo di informazione/sensibilizzazione attraverso una particolare modalità comunicativa originale e innovativa per il nostro territorio e contesto culturale. La questione immigrazione, di fatto, incide sui sentimenti individuali e comunitari, di identità e di comunione – diventa terreno di confronto o scontro politico ed ideologico: la nostra idea di accoglienza, individuale, locale e nazionale, coincide con l’idea di società che intendiamo costruire e lasciare in eredità ai nostri figli. Molti sono gli aspetti delle migrazioni, specie quelle forzate, che dovrebbero essere raccontati affinché il fenomeno venga compreso nella sua complessità: in questo senso il progetto “Sguardi Familiari” ha inteso esserne strumento di lettura e comprensione.
Il progetto Sguardi Familiari – Prospettive e confronti tra cultura e famiglie si è sviluppato come occasione di relazioni interculturali e di dialogo tra la comunità locale e i cittadini immigrati, attraverso un processo di esplorazione sociale, e in seguito di comunicazione fotografica, con il quale si sono indagati i concetti di “migrazione” e “famiglia”. Abbiamo realizzato questo piccolo progetto di reportage fotografico controllato, seppur solo in parte rappresentativo delle svariate culture presenti nel nostro territorio, per favorire una sensibilizzazione sociale capace di andare oltre il divario umano tra un “noi” e un “loro”. Abbiamo riflettuto sul concetto di “migrazione”, quale fenomeno che riguarda motivazioni e flussi di spostamento molto più ampi e complessi della rappresentazione alla quale viene attualmente ridotta nell’immaginario collettivo. Legandola al tema famiglia è stato naturale far evolvere il lavoro verso un’osservazione della multiculturalità, che comprendesse sia racconti di famiglie nelle loro omogeneità che l’unione di culture diverse, tipico delle famiglie miste. L’intrecciarsi di culture attraverso le unioni familiari è di fatto una realtà che caratterizza sempre più anche il nostro territorio, la cui insularità ha ritardato un processo che contraddistingue da decenni i territori nazionali e da secoli quelli internazionali. Abbiamo condotto un lavoro di esplorazione delle diverse culture familiari, conoscendone e apprezzandone le diversità e similitudini, dapprima in un contesto laboratoriale in cui i vissuti nei ruoli di figli, genitori, cittadini si sono intrecciati con intensità ed emozione. Successivamente ha preso forma il lavoro fotografico, in cui famiglie diverse hanno aperto le loro case e le loro storie per raccontarsi e confrontarsi. E’ l’insieme di tutti questi racconti, emozioni e connessioni che hanno guidato il nostro lavoro in una ricerca di storie personali, ma anche di “essenze” di vissuti di famiglia o di migrazione. Un fil rouge percorre ognuna di loro, un simbolo: una valigia di cartone che rappresenta il viaggio, nella sua accezione più ampia. Un oggetto che si porta con sé nel conoscere nuove terre o per sperare in un destino diverso, un oggetto sempre pronto per cercare le proprie radici o, al contrario, che si perde tra i tanti oggetti perché ormai si è arrivati… come tanti altri significati, quante sono le esperienze di viaggio per ciascuno di noi.
Per richiedere un calendario 2019 del progetto Sguardi Familiari e partecipare alla diffusione del nostro lavoro contattaci! Intervista con la giornalista Lucia Schillaci in Cosa c’è di Buono – RadioInBluw